L'onda che travolge ...

L’autunno della protesta generalizzata

Studenti, lavoratori, precari, ricercatori e docenti per una nuova Università

Salerno -

Il grande sciopero generale del 17 ottobre ha portato in piazza i primi cortei di studenti, genitori, bambini e pensionati assieme ai lavoratori di tutte le categorie contro l’iniquo sistema economico e sociale sostenuto dai governi che si sono succeduti negli anni.

I movimenti studenteschi, nati dal basso, si sono generalizzati: assemblee, lezioni in piazza, cortei per le città, occupazioni studentesche stanno sconvolgendo le ordinarie relazioni gerarchiche delle componenti della scuola e delle università.

LA FORZA DEL MOVIMENTO È LA SUA AUTONOMIA

E’ autonomo da tutti coloro che, governando da “destra” come da “sinistra” negli ultimi 20 anni, hanno prodotto la dequalificazione del sapere, la precarizzazione delle opportunità e delle occasioni di lavoro, l’umiliazione della formazione e della ricerca.
E’ autonomo dalle baronie universitarie come dalle signorie partitiche.
E’ autonomo da chi ha ridotto la laurea a un pezzo di carta, diventato inutile senza l’ulteriore prodotto specializzante e costoso dei master e degli altri inganni della formazione permanente, che comunque non danno rimedio alla condizione di precarietà forzata, condannando i CERVELLI migliori a fuggire all’estero.

Denunciamo e condanniamo 20 anni di processi devastanti di esternalizzazione, di precarizzazione, e di consegna ai privati delle parti profittevoli dell’Università, della Ricerca e di tutta la Pubblica Amministrazione. Ma respingiamo con forza la logica dei tagli indiscriminati, del blocco del turnover, e la insidiosa proposta di completare l’opera di privatizzazione, con la trasformazione delle Università in Fondazioni. Sappiamo bene, infatti, che questi tagli non saranno pagati da chi in questi anni ha mortificato l’Università, ma graveranno ancora una volta solo sugli studenti, sui precari, sul personale tecnico-amministrativo, sulle forze sane che hanno continuato a produrre, nonostante tutto e contro tutti, sapere e ricerca d’eccellenza. Sappiamo anche che non si vince con le trattative imbastite dai Rettori o dalla Crui con un governo sordo a tutto. Si vince con la lotta dal basso, unendo i diversi linguaggi di chi prova a discutere, a organizzarsi, a confrontarsi e a difendersi insieme per un cambiamento reale e radicale: studenti, precari e lavoratori contro la legge 133 e ben decisi a non pagare di tasca propria per una crisi voluta e prodotta da altri!

Dobbiamo passare dalla fabbrica della precarietà alla fabbrica dei saperi e della conoscenza ma per farlo l’unica vera riforma da contrapporre alla svendita dell’Università Pubblica alla logica del profitto privatistico, può e deve nascere da questa lotta comune ripensando 20 anni di “riforme” privatizzatici e aziendalizzatrici dell’Università Pubblica come della Scuola.

LOTTA COMUNE DEGLI STUDENTI, DEI LAVORATORI, DEI RICERCATORI E DEI DOCENTI

La lotta deve continuare per investire e saldarsi alla protesta di tutto il mondo del lavoro contro la devastazione dei diritti più elementari, a partire dalla questione della precarietà, del salario, della sicurezza su lavoro, della democrazia sindacale a finire a quella della riqualificazione e del potenziamento della pubblica amministrazione per garantire i servizi pubblici fondamentali e quindi diritti e reddito sociale a tutti i cittadini.

RdB/CUB Università


E' un'onda di parole, di rabbia, di sudore, di grida, di canti, di slogan.

STUDENTI, STUDENTI, STUDENTI ... IL FUTURO DELL'ITALIA !!!

Dateci l'istruzione a costo zero. Fuori i padroni dalle università. Scuola pubblica. Scuola libera. Università pubblica. Università libera. Siamo noi. Siamo noi il futuro dell'Italia siamo noi. Contro Germini. Contro Berlusconi. Contro Tremonti. Contro la destra e contro la sinistra. Noi la crisi non la paghiamo.

Come impazziti per le strade di Napoli i cortei spontanei usciti dalle scuole secondarie (licei, istituti tecnici e professionali) e dalle università, si incrociano e si alimentano. Salta l'assembea regionale organizzata dagli studenti all'Università Orientale di Napoli. Siamo troppi, altri arrivano. E allora tutti in piazza del Plebiscito. La notizia corre sui telefonini. Stupore e meraviglia: è un caos senza organizzazione; non si vedeva niente di simile da decenni e decenni. A mezza mattinata arriva la notizia che il senato ha approvato il decreto Gelmini. Nessuno si scoraggia, anzi. Più rabbia, più grida e canti. I cortei si muovono e travolgono le pochissime forze dell'ordine schierate ma senza nessuna intenzione di provare a fermare questa onda di giovani che travolge. Fermano le macchine e squarciano il traffico per farli passare. Precedono con tranquillità l’onda. Arrivano notizie. Aumentano gli slogan. Altri istituti, altre facoltà occupate. Lettere alla Federico II. Ancora slogan. Occupiamo, occupiamo la città. Resistenza. Resistenza. Resistenza. Poche telecamere, pochi giornalisti, o almeno non si fanno vedere.

Ci arrivano notizie dal Campus di Salerno. L'aula delle lauree di Ingegneria non basta, l'assemblea è enorme. In migliaia divorano il nostro manifesto per una nuova Università con la lotta generalizzata di studenti, precari, ricercatori, disoccupati, lavoratori e docenti. Dopo lo sciopero generale e la manifestazione di Roma del 17 ottobre, i ragazzi della rete studenti ci avevano chiesto di intervenire nell'assemblea regionale per spiegare cosa sono le Rappresentanze di Base. Eppure lo sanno già. L'autonomia di questo movimento ha scoperto e smascherato la frammentazione operata dalle associazioni studentesche che hanno mutuato la spartizione e l'ideologia partitica. Lo manifestano con domande ingenue come quella che chiede se è possibile spostare i soldi dalle associazioni alle borse di studio che non vengono date per mancanza di fondi. Questo è il Diritto allo Studio in Campania. Tagli, sempre tagli, eppure milioni e milioni di euro sembrano svanire come per magia nel malaffare e nella corruzione che mortifica da troppo tempo questa grande regione del Sud.  Divorano i volantini che abbiamo portato. Vogliono leggere, vogliono sapere, vogliono informazione, vogliono capire e vogliono essere ascoltati. Capiscono fin troppo bene e vogliono l'abrogazione della legge che smantella la pubblica amministrazione e quindi anche la Scuola e l'Università. Vogliono, vogliamo tutti, l'abrogazione della legge 133.
C’è Ingegneria, c’è Scienze di Monte S. Angelo, c’è Agraria, c’è Medicina della S.U.N. Sembrava finita  a piazza del Plebiscito. Invece il corteo riprende. Si ricarica e riparte. Piazza Municipio. Il Rettifilo, si aggiungono gli studenti della Centrale, tutti verso la stazione. Ad ogni banca: non pagheremo noi la crisi. Sempre più forte. Sempre più in coro con sempre più gioia e rabbia. Sempre più uniti. Un'onda che travolge. In tutta Italia.


 

Salerno: blocco della didattica, 5.000 in assemblea, corteo interno al Campus, blocco dello svincolo autostradale SA – AV.



 

Comunicato del Coordinamento dell’Università di Salerno

La giornata odierna ha segnato un’importante svolta nella protesta dell’Università di Salerno contro la Legge 133 e la Finanziaria 2009. Nel corso della mattinata si è svolta la più grande assemblea studentesca mai tenutasi nel Campus di Fisciano che ha visto la partecipazione di oltre 2000 studenti. L’ampia partecipazione andata oltre le previsioni ha costretto gli organizzatori a spostare l’assemblea dall’Aula delle Lauree di Ingegneria all’Aula Magna dell’Ateneo. L’Assemblea, cui hanno partecipato anche il Rettore, alcuni Presidi e vari rappresentanti dei docenti, ha deliberato l’organizzazione di una manifestazione di protesta di Scuola e Università da tenersi nella città di Salerno il 7 novembre e la partecipazione alla manifestazione nazionale di Roma del prossimo 14 novembre.
Al termine dell’assemblea un nutrito gruppo di 700 studenti ha sfilato per il Campus fino a raggiungere lo svincolo dell’autostrada Avellino-Salerno bloccandone l’accesso per più di un’ora.


Nella stessa giornata si sono tenuti i Consigli di Facoltà di tutte e nove le Facoltà dell’Ateneo con un solo punto dell’ordine del giorno sulla Legge 133 e la Finanziaria 2009. I Consigli dopo ampio e partecipato dibattito hanno approvato una delibera comune che esprime con forza l’opposizione alle disposizioni governative in tema di Università e si riconosce nel documento approvato ieri dal Senato Accademico in cui l’Università di Salerno si dichiara fermamente contraria alla trasformazione dell’Ateneo pubblico in fondazione privata e di non svolgere la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico.
I Consigli di Facoltà di Scienze MM.FF.NN., Lettere e Filosofia, Ingegneria, Farmacia, Giurisprudenza e Lingue hanno anche deliberato di promuovere e sostenere una serie di iniziative. In particolare, la partecipazione alla manifestazione organizzata dagli studenti a Salerno per il 7 novembre, l’organizzazione di lezioni in piazza a Salerno dal 10 al 13 novembre in preparazione della manifestazione nazionale del 14 novembre. Infine, è stato deciso di invitare il Senato Accademico ad inviare alle famiglie degli studenti una lettera che illustri la posizione dell’Università di Salerno sulla ricaduta dei provvedimenti della Legge 133 e di dedicare l'apertura delle prossime sedute di laurea ad un intervento informativo in proposito.