Pubblico Impiego: Riuscito lo Sciopero Generale (foto della manifestazione di Napoli)

Napoli -

 

 

 

 

 

 

Migliaia di lavoratori in piazza contro la Manovra nelle manifestazioni di Roma, Milano, Napoli e Cagliari

 

LA CRISI VA PAGATA DA CHI L’HA PROVOCATA!

20 ANNI DI SACRIFICI POSSONO BASTARE

ADESSO PAGHI CHI NON HA MAI PAGATO

 

 

Queste le parole d’ordine che hanno caratterizzato la giornata di sciopero e di lotta del pubblico impiego di oggi, che avvia il percorso di contrasto alla manovra di macelleria sociale che vede ancora una volta la Pubblica Amministrazione utilizzata come Bancomat per ripianare il deficit pubblico provocato da banche, finanzieri e corrotti.

Migliaia di lavoratori hanno sfilato per le strade di Roma, portando la loro protesta sotto le sedi dei ministeri dello Sviluppo Economico, del Lavoro e concludendo sotto il dicastero di Tremonti, nonostante l’atteggiamento rigido dei funzionari di polizia presenti in piazza che hanno tentato di impedire al corteo di protestare sotto le sedi del potere, per non disturbare i “manovratori”; a Milano un partecipatissimo corteo ha raggiunto la sede della Borsa e della Consob, individuate come simboli delle responsabilità della crisi, fatte oggetto di lancio di letame da parte dei lavoratori; corteo fino alla Prefettura a Napoli dove una delegazione di lavoratori in sciopero è stata ricevuta dal Vice Prefetto a cui è stato  illustrato come la Manovra economica si accanisca sui lavoratori pubblici del sud ed in particolar modo sui precari; presidio sotto la sede Rai di Cagliari contro il bavaglio che si vuole mettere alle lotte dei lavoratori. Oltre alle iniziative ufficiali altre iniziative locali si sono svolte in numerose città con la partecipazione dei lavoratori in sciopero.

Nonostante  il tentativo di minimizzare gli effetti  prima della  crisi e poi  della manovra, cresce nei lavoratori la consapevolezza che la crisi ha dei responsabili ben identificati nei banchieri, nella finanza e nella corruzione e che solo attraverso la lotta ed il conflitto è possibile mettere in campo un’ opposizione sociale capace di impedire che a pagare siano ancora una volta quelli che pagano da 20 anni: lavoratori e cittadini.

La protesta nei prossimi giorni continuerà con iniziative di lotta fuori e dentro i posti di lavoro pubblici e accompagnerà i lavori parlamentari sul decreto.