STABILIZZAZIONE DEI LAVORATORI A TEMPO DETERMINATO

Salerno -

 

Le Rappresentanze Sindacali di Base dell’Università pongono ai Rettori delle Università campane il problema dell'applicazione del comma 519 delle legge finanziaria 2007 e cioè della direttiva ministeriale che prevede anche nelle Università la stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato.

 

 

STABILIZZAZIONE DEI PRECARI NELLE UNIVERSITA’ CAMPANE


Università degli studi di Napoli Federico II
Seconda Università degli studi di Napoli
Università degli studi di Napoli Parthenope
Università degli studi di Napoli l'Orientale
Università degli studi Suor Orsola Benincasa
Università degli studi di Salerno
Università degli studi del Sannio


La precarietà  rappresenta non solo un dramma esistenziale per le nuove generazioni ma anche un pericolo per le istituzioni pubbliche in quanto contribuisce ad accentuare l'instabilità e la bassa qualità dei servizi forniti agli utenti.
Pochi Atenei in Italia si sono impegnati ad attuare la DIRETTIVA NICOLAIS, tra questi Catania, Macerata, Milano-Bicocca, Torino, Reggio Calabria e pochi altri. In Campania, a Napoli, come a Salerno e a Benevento nessun segnale, nemmeno l’apertura formale di un confronto, nonostante le continue richieste delle Rappresentanze Sindacali di Base che, ribadiamo, hanno la rappresentatività nazionale nel comparto università.

 

STABILIZZAZIONE DEI LAVORATORI A TEMPO DETERMINATO

 

Le Rappresentanze Sindacali di Base dell’Università chiedono ai Rettori delle Università campane l'applicazione del comma 519 delle legge finanziaria 2007 e quindi della direttiva ministeriale 7 del 30.4.2007 del ministro Nicolais che definisce anche per l’Università l’applicabilità del comma 509 per stabilizzare i lavoratori a tempo determinato.

Come succede sempre più spesso negli ultimi tempi il silenzio di Cgil, Cisl e Uil è assordante. Del resto i confederali diedero il via libera alla precarizzazione del lavoro universitario accettando di introdurre - prima di qualsiasi altro comparto pubblico e privato - nel CCNL 1998-2001 il cosiddetto "pacchetto Treu" e cioè la possibilità di sostituire fino al 20% del personale stabile con lavoratori con contratto a tempo determinato.

La direttiva 7 del 30 aprile 2007 del Ministro Nicolais, che ha esteso l'applicazione di quel comma della Finanziaria (il 519) anche alle Università, non si applica ai co.co.co., e in genere ai cosiddetti "contratti atipici" (e dunque nemmeno a quella marea di giovani che vengono tenuti lontani con la precarietà dal mondo della didattica e della ricerca) ma solo ai lavoratori tecnico-amministrativi a tempo determinato e non a tutti...

La circolare si propone di andare a sanare l'abuso fatto di contratti a tempo determinato in questi anni dalle autonomie baronali che hanno reso la condizione esistenziale dei giovani e l’erogazione di servizi pubblici sempre più precari.

La lotta alla precarietà non si esaurisce con la stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato e il comma 519 è solo una prima piccola conquista che i precari pubblici hanno ottenuto grazie alle assemblee, gli scioperi e alle mobilitazioni che le RdB/CUB hanno organizzato in tutt’Italia. Far applicare questa direttiva non risolve il problema della precarietà, è solo un primo passo ! Questo passo va fatto, senza indugi e senza ritardi, anche in tutti gli Atenei campani!!!

Con l'applicazione del comma 519 (e dunque della direttiva 7) salta quell'accordo contrattuale (CCNL 1998-2001) con cui rettori e cgil-cisl-uil avevano dato vita a una tornata di "concorsi riservati" (peraltro pagati a spese dei fondi contrattuali) per la stabilizzazione dei tempi determinati che permette alla baronia e dirigenza di decidere per chi fare i bandi di assunzione in pianta stabile… !!

Viene stabilito un requisito di anzianità di 3 anni che vale per chi li ha già maturati al 1° gennaio 2007 o chi ha sottoscritto un contratto a tempo prima del 26 settembre 2006 e si stabilisce che vale anche per quelli che possono cumulare tre anni di servizio anche in enti pubblici diversi nei 5 anni precedenti al 2007.

Il processo di stabilizzazione viene vincolato a due condizioni capestro: la stabilizzazione riguarderà le categorie vacanti in organico e comunque potranno essere fatte solo in base alle disponibilità di bilancio. Ecco perché RdB Nazionale, già da tempo ha chiesto al ministro Nicolais, e al ministro Mussi di non impedire alle Università l’accesso al fondo per la prevista stabilizzazione del personale tecnico-amministrativo, ritenendo quindi che si debba andare in deroga al limite del 90% del Fondo di Finanziamento Ordinario..."

Questo panorama problematico non deve essere affatto motivo di scoraggiamento e ancor meno motivo per piegarsi ai soliti ed inevitabili giochi clientelari (che si attivano ogni volta che non vengono riconosciuti diritti ai lavoratori ma solo "opportunità"). La complessità normativa e gli scontri tra le lobby politiche di governo e di opposizione, devono invece diventare consapevolezza della urgenza e della necessità di mettere in pista una mobilitazione che travalichi anche gli ambiti stretti degli atenei e si ricolleghi all'iniziativa generale dei precari pubblici per andare ad incidere sull'azione di governo per costringerlo a finanziare direttamente e indirettamente la stabilizzazione dei precari, di tutti i precari con impegni precisi e concreti.