Assemblea dei Lavoratori all'INPS di Salerno

Salerno -

 

 

Con l'assemblea dei lavoratori tenuta oggi presso la sede INPS di Via Lanzalone, è iniziata la raccolta firme per sostenere le petizioni popolari "LIBERIAMO L'INPS" e "VOGLIO LAVORO E STATO SOSCIALE".
La nutrita partecipazione all'Assemblea da ragione e sostanza alle rivendicazioni USB precisate nella piattaforma programmatica che stata approvata nell'Assemblea nazionale di Milano il 3 aprile scorso.

 

 

MOZIONE ASSEMBLEA NAZIONALE

 

I LAVORATORI DELL’INPS STANCHI DI UN ATTEGGIAMENTO AUTORITARIO E VESSATORIO DA STATO DI POLIZIA ASSUNTO DAI VERTICI DELL’AMMINISTRAZIONE ADERISCONO ALLE AZIONI DI PROTESTA PROMOSSE DALLA USB PARTECIPANDO ATTIVAMENTE ALL’ASSEMBLEA DEL 28 APRILE 2016.

CONDIVIDONO E SOTTOSCRIVONO IL SEGUENTE ORDINE DEL GIORNO:

 

 

PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI

L’incarico attribuito all’ufficio ispettivo di avviare indagini a tappeto in merito alle incompatibilità sulla totalità dei dipendenti che utilizzano il part-time ed hanno chiesto l’autorizzazione a svolgere attività esterne, esprime chiaramente l’atteggiamento poliziesco assunto dagli attuali vertici dell’istituto contro i lavoratori.

Da tali indagini condotte a strascico, come la pesca di frodo, aspettando che qualcosa resti impigliato nella rete, sta emergendo al contrario l’incapacità dell’amministrazione di instaurare un rapporto di fiducia e collaborazione con i propri dipendenti ai quali, invece di chiedere informazioni, si inviano contestazioni di addebito e proposta di provvedimento disciplinare del tutto prive di fondamento.

Analogamente è inaccettabile l’adozione di provvedimenti disciplinari che sono giustificati dall’amministrazione per  presunta violazione della privacy dovuta all’accesso alle banche dati, anche quando tali accessi, in molti casi derivanti da omonimie, non hanno alcun riflesso e rilevanza esterna ma  effettuati per lo svolgimento dei normali processi di lavoro.

Infine con i provvedimenti disciplinari assunti nei confronti di colleghi di area  A e B da parte di dirigenti perfettamente consapevoli di chiedere illegittimamente lo svolgimento di mansioni superiori, mai formalizzate  adottando trasparenti ordini di servizio, sono invece pronti ad inviare provvedimenti disciplinari  al primo errore commesso.

 

Modalità ed atteggiamento questi da stato di polizia di ben altra memoria, che i lavoratori respingono con sdegno, soprattutto quando tali accuse provengono da chi giornalmente assurge all’onore della cronaca per violazioni certamente più gravi con la chiara evidenza di un’incompatibilità conclamata.

 

REGIME DELLA PAUSA PRANZO

I lavoratori sostengono le iniziative promosse dalla USB tra le quali la lettera del 25 Febbraio 2016 inviata ai vertici dell’Istituto, con la richiesta di ritiro del messaggio Hermes N. 876 del 24 febbraio 2016, che disponeva l’obbligatorietà della pausa pranzo anche per chi non voleva usufruire del riconoscimento del buono pasto (ticket). Un messaggio che, applicato in alcune sedi, aveva poi determinato da Aprile 2016 l’attribuzione di un debito di 30 minuti da recuperare per ogni giorno lavorativo, con effetto retroattivo dal 1° Marzo 2016, a chi non aveva effettuato la pausa pranzo a seguito della rinuncia al buono pasto, trasformando paradossalmente la pausa pranzo di 30 minuti in orario di lavoro da effettuare a recupero.

I lavoratori rivendicano il diritto di decidere autonomamente se effettuare la pausa pranzo ed usufruire del ticket mensa, senza dover subire il ricatto e l’imposizione dell’amministrazione che intende trasformare un dritto in un dovere, peggiorando le condizioni di vita soprattutto delle donne, impegnate a conciliare orario di lavoro ed obblighi familiari, rinunciando spesso a quote di salario, per far fronte alla mancanza di servizi pubblici adeguati a sostegno della famiglia.

I lavoratori, respingendo tali modalità vessatorie ed inaccettabili, comunicano con fermezza la loro intenzione di non rispettare quanto disposto con il messaggio Hermes citato sopra, ribadendo la richiesta di un suo immediato ritiro.

 

PRE-SALDO INCENTIVO

I lavoratori denunciano che per la prima volta non è stato pagato ad aprile il pre-saldo dell’incentivo 2015. Decisione politica gravissima da parte dei vertici dell’amministrazione. Il direttore generale ha giustificato il mancato pagamento con problemi tecnici.

 All’INPS i problemi tecnici sono stati sempre superati. Non basta adesso aver promesso il pagamento a maggio. Occorre maggior rispetto per i diritti dei lavoratori.

C1

I lavoratori contestano il comportamento dell’amministrazione che ad un anno dallo sblocco dei passaggi economici non ha ancora risolto la problematica riguardante i C1 che attualmente ricoprono la posizione giuridica con decorrenza 2011 ma non inquadrati ancora in   quella economica .

Chiedono, una volta per tutte, il passaggio definitivo e respingono l’intenzione dell’amministrazione di farli partecipare con riserva alle prossime selezioni per C2.

SELEZIONI

Considerato che l’amministrazione ha fatto slittare di un anno i passaggi di livello i lavoratori rivendicano che alle prossime selezioni i posti per il passaggio di livello siano disponibili per tutti e rifiutano ogni altra decisione. 

 

LETTO E APPROVATO DAI LAVORATORI