Intervento di Vincenzo Bottiglieri: la rivalutazione delle pensioni è un diritto fondamentale a rischio.
"Il governo si appresta a presentare la manovra economica per il 2026 e come sempre accade, inizia l'assalto alla diligenza.
Ancora una volta la USB PENSIONATI di Salerno stigmatizza l'uso improprio della legge di finanza per mortificare i diritti e i bisogni dei pensionati usando le pensioni come bancomat per continuare a minare la dignità e il potere d'acquisto di lavoratori che hanno contribuito per un'intera esistenza alla vita economica e sociale del paese con il lavoro e i contributi versati allo stato italiano.
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La rivalutazione delle pensioni: è un diritto fondamentale a rischio
La rivalutazione delle pensioni è un meccanismo essenziale per garantire ai Pensionati un reddito adeguato e una vita dignitosa. Tuttavia, negli ultimi anni, questo diritto è stato messo a rischio dalle politiche di questo e degli altri governi che si sono succeduti nel tempo.
E’ necessario ripercorrere le varie tappe che hanno messo in discussione i trattamenti pensionistici che sono, poi, culminati nella situazione attuale, insostenibile, soprattutto perché ogni governo attinge da una categoria, i PENSIONATI, che non ha altre possibilità di vedere i proprio trattamento pensionistico adeguato all’aumento del costo della vita, se non le norme che ne prevedono l’adeguamento ogni anno e che puntualmente vengono modificate; non ultimo il provvedimento del governo Meloni che per il 2023 e 2024 ha dato un taglio netto ai trattamenti modificando il meccanismo di calcolo delle RIVALUTAZIONI e colpendo maggiormente quei trattamenti pensionistici fino alla classe media che più sente questi tagli.
Ma andiamo per ordine, ripercorrendo dalle origini ciò che è stato fatto:
Nel 1992, il governo guidato da Giuliano Amato (quello che in una notte ed in segreto applicò una tassa del 6 per mille sui depositi bancari degli Italiani!) introdusse una serie di misure di austerity per ridurre la spesa pubblica e stabilizzare l'economia italiana. Tra queste misure, ci fu la riforma del sistema pensionistico, che prevedeva un aumento dell'età pensionabile e una riduzione delle pensioni per i nuovi pensionati.
Questa riforma fu giustificata dalla necessità di ridurre la spesa pubblica per le pensioni, che stava crescendo rapidamente a causa dell'invecchiamento della popolazione e dell'aumento della speranza di vita. Tuttavia, la riforma ebbe un impatto significativo sui lavoratori e sui pensionati, che videro ridursi le loro aspettative di vita lavorativa e le loro pensioni. E’ necessario precisare che i fondi per le pensioni derivano da contributi specifici versati dai lavoratori nel corso della vita lavorativa e andando a toccare questi fondi, gestiti dall’INPS, i governi commettono una vera e propria azione di “appropriazione indebita”, soprattutto perché, in maniera “furbesca”, non si è mai voluto separare seriamente quella che è la “previdenza” dalla “assistenza”, ben sapendo che, quest’ultima, deve essere a carico della fiscalità generale (un Presidente INPS – Militello – iniziò ad aprire la discussione, ma poi più nulla).
Da allora, ogni governo ha introdotto ulteriori riforme del sistema pensionistico, spesso con l'obiettivo di ridurre la spesa pubblica e aumentare l'età pensionabile.
Alcune delle riforme più significative includono:
- La riforma Dini del 1995, che introdusse un sistema di calcolo delle pensioni basato sui contributi versati durante la vita lavorativa.
- La riforma Maroni del 2004, che aumentò l'età pensionabile e introdusse incentivi per i lavoratori che decidevano di continuare a lavorare oltre l'età pensionabile.
- La riforma Fornero del 2011, che aumentò ulteriormente l'età pensionabile e introdusse un sistema di calcolo delle pensioni basato sulla speranza di vita.
- La riforma del governo Renzi del 2015, che introdusse la possibilità di andare in pensione anticipatamente (leggi APE) per alcuni lavoratori, addirittura con prestiti che il lavoratore deve poi “scontare” con una decurtazione del trattamento pensionistico una volta raggiunto il diritto a Pensione di Vecchiaia.
Ora, la decisione del governo Meloni (Ministro Giorgetti MEF) di applicare un taglio secco sull'intero importo della pensione ha comportato una perdita significativa di potere d'acquisto per i pensionati. Questo cambiamento, oltre ad aver avuto conseguenze negative soprattutto per coloro che hanno trattamenti pensionistici “per vivere”, ha comportato tagli generalizzati e nel frattempo nulla è stato fatto per le pensioni più basse, con delle rivalutazioni ridicole, addirittura fino a 1,80€ mensili, per Persone che già vivono in condizioni di disagio economico.
Il pericolo è che si torni alle "pensioni d'annata", ovvero a pensioni che non tengono più conto dell'inflazione e del costo della vita, così come avvenne negli anni '70, tant'è che poi, i governi dell'epoca, dopo anni di immobilismo, pensarono ad un sistema di rivalutazione che il governo Meloni ha "strappato" nel 2023 e 2024, peggiorando la condizione di chi ha lavorato per una vita e si vede "scippato", da questa incapace classe politica, il diritto di vivere una vita dignitosa. Il taglio della rivalutazione significherebbe che i pensionati sarebbero costretti a vivere con redditi sempre più bassi rispetto al costo della vita, con conseguenze negative sulla loro qualità di vita.
La USB PENSIONATI ha denunciato questo pericolo e ha proposto un Contratto Sociale che prevede la rivalutazione delle pensioni come una delle priorità assolute, oltre ad una sicurezza per la Sanità ed un regime IRPEF che sia adeguato ai regimi fiscali europei e che preveda una tassazione “speciale” fino ad un importo massimo dei trattamenti pensionistici “medi” che tuteli, lo ribadiamo, chi percepisce la pensione per “vivere” in maniera dignitosa questa fase della vita. Il Contratto Sociale mira a garantire ai pensionati un reddito adeguato e una vita dignitosa, attraverso una serie di misure che includono la rivalutazione delle pensioni, la protezione del potere d'acquisto e la garanzia di un trattamento pensionistico adeguato.
È fondamentale che il governo si confronti con la USB PENSIONATI su questo e sugli altri temi che riguardano i Pensionati e agisca con determinazione per risolvere questa emergenza sociale, invece di pensare ad un “RIARMO”, ben sapendo che esso servirà soltanto a far crescere le lobbie’s delle armi che sono sempre in agguato per fornire strumenti di morte. La rivalutazione delle pensioni ed un “regime fiscale speciale per le pensioni” sono un diritto fondamentale che non può essere più negato. I Pensionati meritano di vivere con dignità e di poter contare su un reddito adeguato per coprire le esigenze di una fase della vita in cui una sicurezza economica è fondamentale per affrontare, in moltissimi casi, le difficoltà determinate dall’avanzamento dell’età.
La proposta della USB PENSIONATI è un passo importante verso la tutela dei diritti dei Pensionati e la garanzia di un futuro più sicuro e dignitoso per loro. È tempo che il governo prenda in considerazione queste proposte e agisca per garantire ai Pensionati il trattamento che meritano.
© Vincenzo Bottiglieri
Coordinamento USB PENSIONATI SALERNO