NEWS! 1° Febbraio 2023 – Anticipo TFR e TFS da INPS!
© Vincenzo Bottiglieri – Coordinamento USB PENSIONATI
NEWS! 1° Febbraio 2023 – Anticipo TFR e TFS da INPS! Non più “tempi biblici”… ma con il “trucco”!
Manca qualche giorno al primo febbraio, data epocale in cui sembrerebbe esserci il “riscatto” delle INGIUSTIZIE subite dai Lavoratori, dovute ad una classe politica che sperpera e gioca sull’equivoco, facendo passare ciò che è “altro” per “cioccolata”!
Sappiamo bene la situazione dei Trattamenti di Fine Servizio e Trattamenti di Fine Rapporto che, ormai, vengono erogati ai Dipendenti Pubblici a distanza di anni dal Pensionamento, pur essendo un diritto INTOCCABILE! Ebbene, l’INPS con il suo C.d.A. “a hand on conscience”, ha preso la “decisione”: l’Istituto potrà anticipare il TFR / TFS ai dipendenti pubblici che sono in pensione ed in attesa dell’erogazione, semplicemente facendo domanda online ma, e quì il “trucco”, pagando un interesse ad un tasso agevolato dell’1% più una tantum dello 0,5% di spese forfettarie di gestione. Cioè, sebbene agevolati, i Lavoratori interessati dovranno continuare a farsi PRESTARE i propri soldi come già sta avvenendo con l’anticipo possibile da Banche convenzionate ad un tasso molto più alto. Questa possibilità, tra l’altro, non è per tutti i dipendenti pubblici, ma soltanto per quei Lavoratori che risultano iscritti ad un particolare Fondo denominato “FONDO CREDITO” (ex-INPDAP) a cui è stata data la possibilità di iscrizione alla generalità dei dipendenti pubblici fino a Febbraio 2022. Qualcuno ha già parlato di contrapposizione INPS/BANCHE, dove queste ultime prestano al lavoratore i suoi soldi fino a 45.000€ al “modico” interesse del 4%.
Tutto questo nel perfetto “silenzio stampa” del Legislatore che, invece, dovrebbe rivedere questa norma assurda che ritarda di anni la riscossione di TFS e TFR per i soli DIPENDENTI PUBBLICI. Non vuole essere una polemica, ma semplicemente la sottolineatura di un’ingiustizia perpetrata nei confronti di una parte dei Lavoratori di questo Paese. Sicuramente si tratta di una buona opportunità per chi dopo anni di lavoro attende il pagamento di queste cifre, ma questo non esime la classe politica dal trovare una soluzione che equipari il pubblico al privato e che elimini lo scandaloso ritardo con il quale vengono pagati questi trattamenti che non sono altro che “retribuzione differita”!