Piana del Sele: a sinistra le nuove frontiere del razzismo

Salerno -

 

Giovedì 5 Agosto, il “Manifesto”, quotidiano che porta ancora la denominazione comunista, dedica un “paginone” a discolpa degli amministratori locali di sinistra per le condizioni disumane di vita e di lavoro dei migranti, a firma di Oreste Mottola e Romina Rosolia.

Questo “paginone” mostra in modo chiaro le nuove frontiere del razzismo culturale sociale e politico, e questa volta tutto a sinistra, perché di sinistra è il giornale che lo ospita, di sinistra sono tutti gli amministratori locali intervistati e responsabili delle politiche sociali, e perché è il loro punto di vista ad essere considerato.

Interessante sarebbe sapere chi ha dato l’input e commissionato gli articoli, che arrivano in risposta a due servizi trasmessi dal TG3 della RAI in cui venivano documentate le condizioni degli immigrati senza la mediazione culturale/coloniale dei notabili politici e capi bastone locali.

Da qui il novello interesse del Manifesto all’argomento, ma continuiamo a chiederci chi lo abbia commissionato ed in particolare il rapporto con l’imprenditoria agricola della Piana del Sele.

L’intervista a Rosa Egidio Masullo, attuale presidente della Commissione pari opportunità alla Provincia di Salerno e responsabile del Piano di Zona 6 di cui Capaccio è il comune capofila, vede un personaggio (a 10 mila euro al mese ?) che non esita ad addossare agli immigrati le responsabilità del loro stesso disagio e dice “Finora tutte le soluzioni che abbiamo proposto le hanno rifiutate”, a ai due giornalisti stranamente non passa per la mente di chiedere di queste proposte, anche per scriverne ed osannarne la bontà.

 

Noi aspettiamo che qualcuno le metta per iscritto e ne dia anche le motivazioni.


Rosa Egidio Fasullo continua: “E’ necessario che capiscano – i lavoratori immigrati a 25 euro al giorno -  che non possono vivere in dieci, venti, trenta persone in una sola casa… difficilmente troveranno privati disposti a fittargli una casa.” Gli immigrati responsabili del loro stesso disastro abitativo. Noi scorgiamo in queste accuse un miserabile tentativo di nascondersi dietro al dito del pregiudizio e dell’incultura, e vi scorgiamo anche la distanza di questo ceto politico, avido e cialtrone, dai problemi reali e dai bisogni, incapace di trovare soluzioni ai problemi.

Per i giornalisti gli immigrati respingono le proposte perché si sentono spalleggiati (e questo è vero, noi dell’Unione Sindacale di Base ci autodenunciamo, non solo li spalleggiamo, ma con loro vogliamo organizzarci e scuotere razzismi, affarismi e pregiudizi, ed anche superare quella grande condizione di illegalità in cui agiscono gli imprenditori agrari ignorando i contratti nazionali di lavoro ed estorcendo così oltre 60 milioni di euro all’anno ai lavoratori, semplicemente non rispettando i contratti).

E’ evidente che l’uso del termine “spalleggiare” lo si riferisce a rapporti ed attività illecite: l’attività sindacale è libera nella Costituzione Italiana ed è attività lecita ed anzi auspicabile, a differenza che nei regimi totalitari. Durante il fascismo in Italia i sindacati spalleggiavano i lavoratori, nel linguaggio del Manifesto, ancora spalleggiamo i lavoratori sfruttati.

USB respinge le provocazioni dell’articolo del Manifesto sui lavoratori immigrati della Piana del Sele, ed invita la Sinistra tutta a rivedere i propri linguaggi e da quale parte stare. “Qui si convien lasciare ogni sospetto ogni viltà convien che qui sia morta.”

USB IMMIGRATI SALERNO

 

 il video con i servizi del TG3