SALERNO: VERSO LO SCIOPERO DEL 9 NOVEMBRE

Salerno -

 

 

 

 

 

 

 

 

LUNEDI’ 5 NOVEMBRE - DALLE ORE 10 ALLE ORE 12

PRESIDI DI VOLANTINAGGIO/INFORMAZIONE

nei seguenti punti della città di Salerno:
PREFETTURA
PROVINCIA
FARO GIUSTIZIA
PIAZZA CADUTI DI BRESCIA (PIAZZA di PASTENA)
 

MARTEDI’ 6 NOVEMBRE - ORE 19.30

ASSEMBLEA PUBBLICA E DIBATTITO

al SALONPARK – DOPOLAVORO FERROVIARIO
VIA DALMAZIA, 14 – SALERNO

 

VENERDI’ 9 NOVEMBRE

SCIOPERO GENERALE E GENERALIZZATO

 


MANIFESTAZIONE REGIONALE A NAPOLI (Piazza Garibaldi – ore 9.30)
APPUNTAMENTO A P.ZZA Casalbore (Stadio Vestuti) ore 8.00
Pulman con partenza alle ore 8.15


Contro l'Accordo sul lavoro, welfare e pensioni del 23 luglio 2007


Il Protocollo firmato dal Governo con i sindacati confederali e confindustria, dopo le sceneggiate mediatiche del referendum/truffa e delle annacquate modifiche post consultazione, si appresta a diventare legge ipotecando il futuro dei giovani, dei lavoratori e dei pensionati italiani.


PENSIONI: SCALINI PEGGIO DELLO SCALONE

La trappola dello scalone di Maroni viene diluita nel tempo introducendo un sistema di “scalini” con i quali i requisiti per andare in pensione aumenteranno finchè dal 2013 occorreranno 36 anni di contributi e 61 anni di età, oppure 35 di contributi e 62 anni di età. Non solo lo scalone non viene abolito ma a regime l’età pensionabile viene aumentata di 2 anni rispetto alla riforma Maroni. Con l’aumento dell’età pensionabile e degli straordinari ci saranno meno posti di lavoro e quindi più disoccupazione; il precariato a vita renderà più difficile accumulare i contributi necessari alla pensione e, una volta raggiunta, l’importo sarà da fame!


PENSIONI SEMPRE PIU BASSE

La revisione dei coefficienti abbasserà la pensione più per tutti! Dal 1° gennaio 2010 saranno diminuiti fra il 6 e l’8% (a seconda dell’età di pensionamento) i coefficienti di trasformazione, ovvero l’importo della pensione rispetto all’ultimo stipendio percepito. L’innalzamento delle pensioni più basse è solo una elemosina! Le pensioni più basse che riguardano una platea di circa 3 milioni di pensionati, sono aumentate di 33 euro al mese senza che si sia previsto un adeguamento strutturale ed automatico che possa contrastare  la continua erosione dovuta all’inflazione! Davvero una miseria per chi non arriva alla 3/4° settimana.


Il Protocollo va cancellato tramite una lotta ampia e una grande mobilitazione sociale

Il Protocollo del 23 Luglio, si inserisce nella strategia neoliberista del governo che punta a depotenziare la pensione pubblica a vantaggio di quella privata, non tenendo conto che i lavoratori hanno bocciato la riforma del TFR e quindi i fondi pensione privati. Il Governo Prodi sancisce la perdita di ogni credibilità: il programma elettorale che parlava di abolizione dello scalone e lotta alla precarietà è definitivamente carta straccia. L’asservimento di questo governo al padronato di casa nostra ed ai poteri forti è ormai palese. I sindacati confederali hanno a loro volta definitivamente dimostrato di  essere asserviti alla cogestione del capitale contro gli interessi generali e primari dei lavoratori. Piegata alle  logiche del profitto del capitalismo anche la CGIL si accoda alle strategie neoliberiste definite da CISL e UIL con il PATTO PER L’ITALIA firmato con il governo Berlusconi.


Lo Sciopero Generale di tutte le categorie pubbliche e private è indetto contro il Protocollo del 23 luglio, per la redistribuzione del reddito, per la difesa ed il rilancio del sistema previdenziale pubblico e dello stato sociale (scuola, sanità, casa, trasporti), per l’aggancio delle pensioni alle dinamiche retributive e inflative, per salari europei e rinnovi contrattuali veri, per lavoro stabile e tutelato, per il diritto al reddito, contro la guerra e per il taglio drastico delle spese militari.