con Pomigliano e i suoi lavoratori
27 febbraio 2009 - www.carta.org
Pomigliano, migliaia in piazza. «Una risposta sociale alla crisi»
di Rosa Mordenti
Almeno 10 mila persone hanno sfilato in corteo a Pomigliano d'Arco nel giorno dello sciopero generale contro la chiusura dello stabilimento Fiat. Con gli operai, in cassa integrazione da mesi, c'erano tutti: l'intero consiglio comunale, le associazioni, le scolaresche, il vescovo, i comitati anti discarica...
A sfilare questa mattina in corteo, al fianco degli operai dello stabilimento Fiat oggi in sciopero, c’era tutta la città: almeno 10 mila persone. C’erano le scolaresche, le parrocchie, i commercianti, l’intero consiglio comunale, il vescovo di Nola, Beniamino Depalma, politici locali e «nazionali». Numerosi i sindaci e i gonfaloni dei comuni della provincia di Napoli. Le campane delle chiese della città hanno suonato al passaggio dei manifestanti: i parroci erano tutti in piazza, come gli studenti delle scuole medie e superiori, dell’Onda napoletana, i gruppi anti-discarica arrivati da Chiaiano, delegazioni rsu delle aziende napoletane e delle fabbriche Fiat di tutta Italia a partire Mirafiori, le associazioni cittadine, quelli di «Patto di base» [Cub – Cobas – Sdl], delegazioni dei movimenti di lotta per il lavoro e centri sociali.
In concomitanza con la manifestazione, si è svolto in tutto il comprensorio lo sciopero generale di 4 ore proclamato dai sindacati metalmeccanici, Fim, Fiom, Uilm e Fismic, con l’adesione dell’Ugl. Si sono fermate anche l’Alenia e l’Avio, e tutte le piccole medie imprese del territorio.
La richiesta di tutti è dunque che il locale stabilimento Fiat Auto non venga ulteriormente penalizzato. I lavoratori, 5mila dello stabilimento Gianbattista Vico, e 10mila dell’indotto, hanno lavorato solo cinque settimane dal mese di settembre: sono 19 settimane di cassa integrazione, a 750 euro al mese.
Perfino il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è sceso in campo in difesa dei lavoratori di Pomigliano: ha scritto una lettera a Montezemolo. Invece il governatore Bassolino ha incontrato le rsu dello stabilimento, sottolineando che Pomigliano non è stata investita dagli ecoincentivi statali. Il governatore ha telefonato al ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, che ha risposto che il governo «convocherà un nuovo tavolo per l’auto nei primi dieci giorni di marzo» e «un tema specifico» sarà quello del futuro dello stabilimento napoletano.
«Pomigliano rappresenta la punta più avanzata del movimento per il rilancio dell’azienda automobilistica torinese. Qui si delineano le prospettive industriali di tutto il gruppo» da detto Massimo Brancato, segretario provinciale della Fiom; «È la vertenza di tutto il territorio», ha detto Maurizio Mascoli della Fiom regionale, «questo è il vero significato della manifestazione di oggi. Chi partecipa è perché vuol far qualcosa per gli operai di Pomigliano».
«Lo stabilimento Fiat Auto di Pomigliano – si legge in una nota della Fiom – si presenta come il più colpito dalla crisi tra tutti quelli del Gruppo. Questi lavoratori ad oggi non sanno quale prospettiva industriale si determinerà per Pomigliano. A fronte di ciò occorre continuare nella mobilitazione dei lavoratori ed allargarla».
Dal palco, alla conclusione della manifestazione, hanno parlato il sindaco della città, Antonio Della Ratta, il vescovo di Nola, Beniamino Depalma, il segretario della Uilm, Giovanni Sgambati, il segretario provinciale della Cisl, Giampiero Tipaldi, e Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom Cgil, che ha concluso. Dal palco ha detto «Questa è la prima grande risposta sociale alla crisi». A aggiunto che «lo sciopero, che ha completamente bloccato gli stabilimenti metalmeccanici della zona, è andato nettamente oltre i confini dell’iniziativa sindacale», trasformandosi in «una risposta corale del territorio» alla crisi. Ma i programmi di Cassa integrazione già noti arrivano fino al 19 aprile, e quello che accadrà dopo resta un mistero. Negli ultimi mesi i lavoratori dello stabilimento hanno lavorato, nei casi migliori, una settimana al mese.
27 febbraio 2009 - La Repubblica
Fiat, Pomigliano si ferma in diecimila con le tute blu
Catena su Facebook: la fabbrica non si tocca. Scajola: il governo convocherà un nuovo tavolo per l´auto nei primi giorni di marzo
di PATRIZIA CAPUA
Napoli - Si annuncia massiccia la partecipazione alla manifestazione nella città operaia. In piazza accanto a diverse migliaia di tute blu, i parroci guidati da don Peppino Gambardella e i no global, gli studenti delle scuole medie e superiori e i gruppi anti-discarica, l´intero consiglio comunale, i sindaci della provincia e le delegazioni rsu delle aziende napoletane e delle fabbriche Fiat italiane tra cui Mirafiori, Sevel, associazioni cittadine. A favore dello stabilimento di Pomigliano è sceso in campo il presidente Napolitano, che ha scritto a Montezemolo. Bassolino ha incontrato le rsu dello stabilimento sottolineando che Pomigliano non è stata investita dagli ecoincentivi statali, ed è per questo «che è importante ottenere un futuro produttivo per lo stabilimento». Il governatore ha telefonato al ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, che ieri ha risposto. Il governo convocherà «un nuovo tavolo per l´auto nei primi dieci giorni di marzo» e «un tema specifico» sarà quello del futuro dello stabilimento napoletano.
Per tutta la mattina, dalle 9 alle 13, Pomigliano si fermerà. Quattro ore di sciopero generale proclamate dai sindacati metalmeccanici, Fim, Fiom, Uilm e Fismic, con l´adesione dell´Ugl. Si fermeranno anche le aziende del comprensorio, dall´Alenia all´Avio, a tutte le piccole medie imprese dell´indotto. La Lega delle autonomie locali ha chiesto l´adesione dei sindaci della provincia di Napoli, l´Ascom ha invitato alla serrata i commercianti. Al corteo che sfilerà dal piazzale accanto alla circumvesuviana fino a piazza Primavera, hanno aderito anche Cgil, Cisl e Uil, la Chiesa di Nola con il suo vescovo Beniamino Depalma. Lo striscione della fabbrica Giambattista Vico con lo slogan "Pomigliano non si tocca", sarà alla testa del corteo che vedrà la presenza del governatore della Puglia, Nichi Vendola e dell´assessore regionale campano alle Attività produttive, Andrea Cozzolino. Sul palco parleranno, nell´ordine: un delegato Fismic, il sindaco della città, Antonio Della Ratta, il vescovo di Nola, Beniamino Depalma, il segretario della Uilm, Giovanni Sgambati, il segretario provinciale della Cisl, Giampiero Tipaldi e chiuderà il comizio Gianni Rinaldini, numero uno della Fiom nazionale.
Nelle movimentate ore della vigilia si fa largo una buona notizia. Dopo la conferma della proroga per i 35 contratti a termine della Dhl, 235 apprendisti che scadono ad agosto e 70 operai qualificati, andranno a scaglioni a lavorare alla Fiat di Melfi che in questi giorni ha un picco di produzione. «È importante» commenta Giovanni Sgambati della Uilm, «perché stempera la tensione e fa sperare che anche gli apprendisti saranno confermati. Tuttavia gli obiettivi della manifestazione restano: salvaguardia dei livelli occupazionali e tutela del reddito dei lavoratori».
«Pomigliano rappresenta la punta più avanzata del movimento per il rilancio dell´azienda automobilistica torinese. Qui si delineano le prospettive industriali di tutto il gruppo» afferma Massimo Brancato, segretario provinciale della Fiom. «È la vertenza di tutto il territorio, gli fa eco Maurizio Mascoli, della Fiom regionale, «questo è il vero significato della manifestazione. Chi partecipa è perché vuol far qualcosa per gli operai di Pomigliano».
In campo ci saranno anche Mpa, Idv, Pd e Rifondazione. Con gli operai Fiat si schiera anche Luigi Nicolais: l´ex ministro ha presentato un´interrogazione insieme con il deputato Eugenio Mazzarella, al ministro del Lavoro Sacconi chiedendo «quali azioni immediate e urgenti intenda intraprendere al fine di determinare con le parti sociali e il management aziendale una rapida fuoriuscita dallo stato di emergenza e il rilancio della missione produttiva dello stabilimento di Pomigliano».
Forte, in queste ore, anche il tam tam di sostegno su Facebook. I gruppi come "Quelli contro la chiusura della Fiat di Pomigliano d´Arco" si sono mobilitati, insomma la fabbrica non si tocca e nessun posto di lavoro deve essere perduto. Sul web gruppi e profili tutti dedicati ai lavoratori in cassa integrazione: con inviti a catena, i lavoratori hanno cercato adesioni al già nutrito elenco per chiedere una «missione produttiva» per lo stabilimento Gianbattista Vico, per tutelare l´indotto, «contro lo scellerato piano di ristrutturazione di Marchionne». Sulla rete, l´appello delle tute blu a manifestare pacificamente, senza «colpi di testa» e senza «interruzione di pubblico servizio». Hanno risposto Patto di base (Cub - Cobas - Sdl), delegazioni dei movimenti di lotta per il lavoro, dei comitati contro la devastazione ambientale e degli studenti del movimento studentesco, la Rete global, il laboratorio Insurgencia occupato, il Collettivo antiproibizionista napoletano, il collettivo femminista Pachamama.