Piana del Sele: EMERGENZA UMANITARIA

Salerno -

 

Vogliamo verità e giustizia sullo sgombero dei braccianti ad Eboli: politici e sindacalisti di mestiere, acrobati dell'infimo sottobosco degli assessorati, dirigenze di partiti e sindacati complici, partitini allo sbando che cercano di rifarsi una verginità, tutti hanno concorso alla pianificazione dello sgombero di San Nicola Varco ed ora oscurano quella che è una vera EMERGENZA UMANITARIA, fatta di disperazione e di una vergognosa caccia all’uomo “illegale”.

 

Chiediamo un confronto pubblico per determinare una piattaforma condivisa di rivendicazione che abbia il carattere della EMERGENZA UMANITARIA su cui chiamare alle loro responsabilità, tutte le istituzioni locali - comuni, provincia e regione.

Queste istituzioni si sono già caratterizzate per il più bieco razzismo, ed in queste istituzioni ci sono tutte le rappresentanze politiche di sinistra e di destra, al governo e all’opposizione.

Il razzismo e lo sfruttamento dei braccianti poveri è abietto sia che venga da destra che da sinistra, da laici o da cattolici. Vogliamo sapere la “task force” per San Nicola Varc, nominata dalla Regione Campania (DECRETO DELL’ASSESSORE ALLE POLITICHE SOCIALI n. 153 del 5 giugno 2009), cosa ha fatto e cosa ha in programma nell’immediato futuro.

Denunciamo con forza l’uso “strumentale” e “politico” del sequestro disposto dalla magistratura per ragioni di igiene e sicurezza e la caccia al criminale del "clandestino" e di chi, in queste ore, organizza ogni tipo di assistenza umanitaria, sindaci compresi. Allo stesso tempo, denunciamo gli “avvertimenti” che i media stanno passando all’opinione pubblica: chi è mosso da sentimenti umanitari stia attento, anche l'intervento umanitario deve essere compatibile coi decreti-flussi. Tutto questo non è accettabile. In questo caso dare rifugio, aiutare ed agevolare l'allontanamento dalla cattura è un dovere umanitario, disumana l'azione di chi si tira indietro o ne è responsabile, oltremodo razzista e disumana l'azione di chi invece continua a perseguitare i braccianti della piana del Sele.

 

L’EMERGENZA UMANITARIA di San Nicola Varco non è dovuta ad un fenomeno naturale ma a precise responsabilità politiche, etiche e morali che non possono essere né taciute né nascoste.

Rappresentanze Sindacali di Base RdB CUB


16 novembre 2009 - La Città di Salerno

«Sono tutti colpevoli per San Nicola Varco»
Duro atto d’accusa dei Cobas. Oggi fissato un incontro pubblico . Nel comunicato si fa riferimento alle responsabilitá della classe politica Adesso si chiede un intervento forte
di Maria Vita Della Monica

EBOLI - I Cobas non ci stanno. Parlano, a proposito di San Nicola Varco, di una vera e propria "deportazione". E per discutere di quello che è successo e, in parte, sta ancora accadendo, hanno fissato un incontro pubblico. Si terrá, oggi alle diciotto, nella sala della chiesa del Volto Santo a Salerno un incontro pubblico. Si legge nella nota: «Vogliamo veritá e giustizia sullo sgombero dei braccianti ad Eboli: politici e sindacalisti di mestiere, acrobati dell’infimo sottobosco degli assessorati, dirigenze di partiti e sindacati complici, partitini allo sbando che cercano di rifarsi una verginitá, tutti hanno concorso alla pianificazione dello sgombero di San Nicola Varco». Parole durissime che vengono, come dire, "rincarate": «Ora oscurano quella che è una vera emergenza umanitaria, fatta di disperazione e di una vergognosa caccia all’uomo "illegale". Chiediamo un confronto pubblico per determinare una piattaforma condivisa di rivendicazione che abbia il carattere della emergenza umanitaria su cui chiamare alle loro responsabilitá, tutte le istituzioni locali - comuni, provincia e regione». Una posizione che fará discutere, sicuramente forte e netta, dove alla fine non viene risparmiato niente e nessuno. Nel comunicato si legge ancora: «Queste istituzioni si sono giá caratterizzate per il più bieco razzismo, ed in queste istituzioni ci sono tutte le rappresentanze politiche di sinistra e di destra, al governo e all’opposizione». Botte da orbi, dunque, per tutti: «Il razzismo e lo sfruttamento dei braccianti poveri è abietto sia che venga da destra che da sinistra, da laici o da cattolici. Vogliamo sapere la "task force" per San Nicola Varco, nominata dalla Regione Campania (decreto dell’assessore alle Politiche sociali Lilli De Felice numero 153 del 5 giugno 2009), cosa ha fatto e cosa ha in programma nell’immediato futuro». Le rappresentanze dei Cobas annunciano in un certo qual modo anche le iniziative in cantiere per il futuro più vicino e per quello prossimo. Si legge infatti: «Denunciamo con forza l’uso "strumentale" e "politico" del sequestro disposto dalla magistratura per ragioni di igiene e sicurezza e la caccia al criminale del "clandestino" e di chi, in queste ore, organizza ogni tipo di assistenza umanitaria, sindaci compresi. Allo stesso tempo, denunciamo gli "avvertimenti" che i media stanno passando all’opinione pubblica: chi è mosso da sentimenti umanitari stia attento, anche l’intervento umanitario deve essere compatibile coi decreti-flussi. Tutto questo non è accettabile». Una posizione che naturalmente ognuno è libero di condividere o meno, in tutta la sua crudezza. Allora ecco la sintesi finale del lungo ragionamento. «L’emergenza umanitaria di San Nicola Varco non è dovuta ad un fenomeno naturale ma a precise responsabilitá politiche, etiche e morali che non possono essere né taciute né nascoste». Il dibattito è aperto.


comunicato dell'Associazione “L'ALTRiTALIA” di Eboli (SA)


Quanto sta accadendo nella piana del Sele in questi giorni merita una segnalazione, sollecita alcune domande e impone alcune proposte (domande già da noi avanzate ufficialmente fin da oltre un mese, ma alle quali nessuno ha ritenuto dover dare risposta).


La segnalazione.

Dopo il sequestro dell’area di San Nicola Varco e il conseguente allontanamento dei migranti che in  quella zona alloggiavano si sono verificati alcuni sconcertanti episodi:


    * le forze dell’ordine hanno tratto in arresto alcune decine di migranti che avevano trovato accoglienza presso una struttura del comune di Sicignano degli Alburni, messa a disposizione dal sindaco;
    * stesso episodio si è verificato per alcune decine di migranti che avevano trovato accoglienza nella ex-scuola di Torre Barriate (località del comune di Eboli nei pressi di Santa Cecilia), struttura aperta e gestita da volontari della Caritas diocesana salernitana per conto del Comune di Eboli;
    * le istituzioni locali (amministrazioni comunali, assessorato regionale, strutture dei piani di zona) – secondo quanto dichiarato dall’assessore Sgroia del Comune di Eboli – stanno approntando “piani d’emergenza” per i migranti “regolari”, individuando alloggi  dove accoglierli e predisponendo progetti per il rimpatrio.


Le domande

1.  Al Prefetto chiediamo: Era la Prefettura uno dei partner del progetto regionale?


Il progetto prevedeva:

    * una bonifica del sito di San Nicola Varco, attraverso l’installazione di servizi igienici,
    * il potenziamento dell’assistenza sanitaria,
    * l’ attivazione di programmi per il rientro agevolato in patria dei migranti,
    * la ricerca di soluzioni alloggiative, attraverso l’uso di strutture abitative di proprietà pubblica o il sostegno alla locazione di alloggi privati.


Era sua responsabilità, per il rispetto della legalità, verificare se i datori di lavoro che avevano firmato contratti stagionali a lavoratori stranieri effettivamente li impiegavano nelle proprie aziende?


Era sua responsabilità, per il rispetto della legalità, verificare se i datori di lavoro dei migranti fornivano un alloggio adeguato ai propri dipendenti, come previsto dalla legge Bossi-Fini?


Perché, prima di procedere al sequestro dell’area di San Nicola Varco, non si è accertato dello stato di attuazione del progetto e perché non ha avviato le procedure per il rispetto delle normative da parte dei datori di lavoro?


2.  Ai Magistrati del Tribunale di Salerno chiediamo:
Erano a conoscenza dell’epidemia influenzale in corso?


Per quanto condivisibili le motivazioni di ordine sanitario che avrebbero indotto al decreto di sequestro, si rendevano conto di quali conseguenze il loro atto comportava sia per la salute dei migranti di San Nicola Varco “sgomberati” e messi in mezzo ad una strada senza un alloggio per quanto misero e illegale, sia per la diffusione dell’epidemia?


3.  All’assessore regionale chiediamo:
Era o no la promotrice del progetto di intervento umanitario e, come tale, responsabile di quanto previsto e sopraelencato?


Visto che si era al 10 novembre, perché non si era già attivata per verificare

    * quanti migranti avessero realmente aderito al programma di rimpatrio?
    * quanti alloggi erano stati approntati o trovati per i migranti in vista dello sgombero programmato per la fine dell’anno?
    * l’opportunità di approntare un piano straordinario di intervento sanitario in considerazione dell’epidemia influenzale?

4.  All’assessore comunale chiediamo:
Era un partner del progetto di intervento umanitario a San Nicola Varco?

E allora perché non ha fatto in  modo che la struttura di Torre Barriate fosse davvero utilizzabile, ristrutturata e adeguata per l’accoglienza quando fosse avvenuto lo sgombero di San Nicola Varco?

 

E perché  non ha individuato altri alloggi nelle proprietà disponibili del comune di Eboli?


Perché rincorrere sempre emergenze, quasi fossero calamità naturali imprevedibili, e non programmare gli interventi per tempo?


Perché aver creato illusioni di permessi di soggiorno per motivi umanitari?


Perchè nei mesi trascorsi dalla firma del progetto ad oggi non è stato fatto nulla per svuotare gradualmente l’area, invece di arrivare all’improvviso a mettere per strada 800 persone?


E infine alcune proposte imposte dall’emergenza:

1.  sospendere i rastrellamenti;

2.  utilizzare tutte le strutture abitative di proprietà pubblica presenti nella Piana del Sele – non solo nel territorio del comune di Eboli, ma anche in quelli vicini – in cui accogliere i migranti;

3.  utilizzare i container collocati nell’area di San Nicola Varco, spostandoli in altre sedi;


4.  allertare i servizi di Prevenzione Collettiva dei Distretti Sanitari per un programma di vaccinazione anti-influenzale con l’aiuto della Croce Rossa Italiana, di Medici Senza Frontiere e di quanti già operano nell’assistenza sanitaria (come l’Associazione “L’ALTRiTALIA”).


E, al di là dell’emergenza,

1.  attivare in tempi brevissimi gli ostelli per gli stagionali in forma stabile e regolamentata, utilizzando tutte le strutture confiscate alla camorra;


2.  contrastare quotidianamente il caporalato e il lavoro nero nella Piana del Sele, che sono la vera illegalità e che abbassano il livello dei diritti di tutti i lavoratori.


16.11.2009                                 Associazione “L’ALTRiTALIA” – EBOLI (SA)